Più di duemila anni fa, Archimede (matematico del III sec. a.c.) ha approssimato il valore di pi-greco con un metodo innovativo, basato sul calcolo dei perimetri di due poligoni, uno inscritto nel cerchio e l'altro circoscritto; questo metodo ha richiesto due approssimazioni del cerchio mediante due poligoni regolari di 6, 12, 24, 48, 96 lati.

Archimede determinò per ogni coppia (poligono inscritto e circoscritto ) il rapporto tra perimetro e diametro ed osservando che la lunghezza della circonferenza è compresa tra i due perimetri, calcolò pi-greco per difetto e per eccesso. Raddoppiando ogni volta il numero dei lati la "differenza" si riduce perché i due poligoni si avvicinano sempre più alla circonferenza.

Diverse approssimazioni di pi-greco erano già state fatte dai Babilonesi, dagli egiziani ed anche dai cinesi, ma il metodo utilizzato da Archimede è innovativo perché è un procedimento iterativo, con cui si può trovare un'approssimazione accurata quanto si desidera semplicemente ripetendo il processo, usando le precedenti stime per ottenerne di nuove.