Prof. Giovanna Fedi
Una memoria condivisa. La Resistenza incompiuta. Incontro con l’autrice: Daniela Anna Simonazzi
“Io non ho conosciuto “Azor”, mio zio, ma la sua storia di giovane impegnato in prima persona nella Resistenza, raccontata a tratti tra le pareti domestiche, e tante volte ripresa, mi ha sempre colpita. Alla mia curiosità di bambina si rispondeva che era una storia triste, che era meglio non sapere… Un giorno, guardando tra i suoi ricordi, ho trovato tre fogli di giornale ripiegati su un titolo “Chi ha ucciso Azor?”. Avevo quasi paura a leggerli; avevo sentito parlare di Giorgio Morelli “Il Solitario”, l’amico di Mario che aveva scritto quegli articoli, ed era stato colpito perchè le sue parole pesavano come macigni sulla coscienza di qualcuno” sostiene Daniela in un intervista.
“Cosi, a distanza di sessant’anni, ho ricucito il filo della memoria e, oggi, posso raccontare la storia di Azor”.
Una biografia sobria e pacata scritta dalla nipote Daniela, non storica di professione ma autrice ugualmente di un pregevole e meritorio lavoro di ricerca, svolto consultando archivi privati e pubblici e interpellando i testimoni ancora viventi, che riporta al centro dell’attenzione le vicende di Mario Simonazzi, nome di battaglia Azor, dopo un silenzio pluridecennale e non casuale.
Oltre alla memoria familiare, il fatto che precedentemente nessuno storico si fosse preso la briga di indagare su questa figura, spiega ulteriormente il valore dell’opera di ricostruzione degli anni della Resistenza ad opera della Simonazzi.
Alcune classi del Liceo Monti incontreranno Daniela Anna Simonazzi il 10 marzo 2012 in aula magna, per dare voce alla storia di Azor, del Solitario e del giornale La Nuova Penna, partendo dalla ricostruzione storica dei fatti svolta dell’autrice della ricerca e dialogando sul senso che la vita e le scelte di tali giovani testimoni possono avere per tutti noi.
Ai primi di maggio 1944 Mario, col nome di battaglia di “Azor”, sale in montagna, nel reggiano.
Azor è un partigiano combattente, comandante di squadre partigiane, vicecomandante di una Brigata Partigiana, impegnato contro l’occupazione militare ferrea dei soldati di Hitler; ma non “partigiana” nel senso partitico della parola, perche la libertà a cui aspirava Simonazzi Mario (nella foto) era la libertà per tutti, in una convivenza di pace e di progresso civile ed economico.
Nei primi mesi del 1945, prima un suo collaboratore fidato e poi «Azor» stesso scomparvero e un clima di intimidazione accompagnò la scoperta del loro assassinio, grazie al ritrovamento dei cadaveri a Liberazione avvenuta.
La famiglia Simonazzi non ottenne nessuna informazione dalla Questura cui si era rivolta perché indagasse.
Ai funerali, scrisse il Solitario su “La Nuova Penna”, “…tremila persone e solo bandiere tricolori sulla bara…”."
Ma tante domande insorgono: Chi erano? Quali i motivi di questa inspiegabile tragedia? E perché il silenzio dopo questi fatti?
Silenzio rotto solo dalla voce del Solitario che dalle pagine de”La nuova Penna” continua a interrogarsi: Chi ha ucciso Azor?
La Nuova Penna, con le sue 25 pubblicazioni è stato il primo giornale reggiano a denunciare le violenze del dopoguerra. Era una voce di controinformazione attesa da una parte dell’opinione pubblica e sgradita alle autorità locali; questo le ha lasciato un’aurea mitica e l’ha posta al centro del dibattito storico- politico.
E’ doveroso un omaggio a Giorgio Morelli e Eugenio Correzzola, che a tale giornale hanno dato vita; ed è necessario cogliere in tutta la sua portata questa esperienza giornalistica, senza ridurne l’ immagine a anticomunismo.
Questo giornale esce per iniziativa di alcuni giovani locali, Morelli, Correzzola, Bellis e risente della loro sincerità e entusiasmo. Vive pericolosamente per tre anni tra boicottaggi, distruzioni, persecuzioni.
Porlo al centro della ricerca storica ha permesso a chi se ne è interessato di illuminare il periodo così travagliato dei giorni successivi alla liberazione dal nazifascismo.
Per questo motivo abbiamo messo al centro della nostra ricerca l’edizione anastatica “dell’iniziativa più battagliera che l’Emilia abbia avuto in campo pubblicistico, La Nuova Penna, e le vicende del suo animatore Morelli e lo abbiamo individuato come percorso di educazione alla cittadinanza del Liceo Monti.
Il 27 gennaio 1946 Morelli, il Solitario, venne ferito in un agguato ad opera di ignoti che, nottetempo, gli spararono sei colpi di pistola, mentre rientrava nella sua abitazione di Borzano.
Un altro martirio inutile? Al momento possiamo solo ripetere parole antiche:
“non dici bene, amico, se ritieni che un uomo debba tener conto del pericolo della vita o del morire e non debba invece, quando agisce, guardare solo a questo, ossia se possa fare cose giuste o ingiuste o se le sue azioni sono di un uomo buono oppure cattivo”. (Apologia di Socrate)
Categoria: Progetti | Data di pubblicazione: 08/03/2012 |
Sottocategoria: Percorsi di educazione alla cittadinanza | Data ultima modifica: 08/03/2012 17:32:48 |
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