Václav Havel è nato a Praga il 5 ottobre 1936 da una famiglia imprenditoriale e benestante, che è stata strettamente legata agli eventi culturali e politici in Cecoslovacchia dal 1920 al 1940.
Nel 1948 il partito comunista prese il potere con un colpo di stato, appoggiato dall'Unione Sovietica. Tale regime accusò la famiglia di Havel di simpatie filo-tedesche, ma Vaclav riuscì a frequentare ugualmente i corsi serali dell' Università Tecnica Ceca di Praga.
A seguito del servizio militare, della durata di due anni, lavorò come macchinista in alcuni teatri di Praga, fra cui il Divadlo Na zábradlí, dove rappresentò alcune delle sue prime opere, e studiò drammaturgia per corrispondenza, presso la Facoltà di Teatro dell'Accademia di Belle Arti Musicali. Il suo primo lavoro messo in scena fu La festa in giardino (1963), anche se, probabilmente, l'opera più conosciuta in Occidente rimane il Largo Desolato.
Il teatro, da lui proposto, risulta fortemente impegnato sul profilo politico, a tal fine esso intende "provocare l'intelligenza dello spettatore, appellarsi alla sua fantasia, costringendolo a riflettere su questioni che lo toccano direttamente in maniera da vivere intimamente il messaggio teatrale".
Sull'onda della repressione seguita alla fine della Primavera di Praga nel 1968, fu bandito dal teatro e iniziò un'intensa attività politica, culminata con la pubblicazione del manifesto Charta 77, la cui scrittura prese spunto dall'imprigionamento dei componenti la formazione musicale ceca di musica psichedelica dei Plastic People of the Universe.
Cacciato da teatro, Havel inizio la sua lunga lotta contro il regime, portata avanti con determinazione attraverso metodi non violenti, che facevano capo all’uso della ragione e all’anelito verso la libertà che non abbandona mai, anche sotto i peggiori regimi totalitari, il cuore e la mente dell’uomo. La mitezza del suo agire era accompagnata dalla caparbietà della ragione e della consapevolezza dei fini. Il suo attivismo politico di dissidente gli costò cinque anni di prigione.
In una delle opere che lo hanno reso celebre, Il potere dei senza potere, Havel ha brillantemente teorizzato il Post-totalitarismo, termine usato per descrivere il moderno ordine socio-politico proprio del totalitarismo sovietico che ha fatto sì che la gente potesse, per usare le sue parole,"vivere all'interno di una menzogna".
Sostenitore appassionato della non-violenza, è stato uno dei leader della Rivoluzione di Velluto del 1989, la quale contribuì al crollo dei regimi sovietici, e durante essa fu arrestato. Il 29 dicembre 1989, nella sua qualità di capo del Forum Civico, fu eletto presidente dall'Assemblea Federale. Dopo le libere elezioni del 1990 mantenne la presidenza e nonostante le crescenti tensioni interne, Havel si batté con vigore per evitare la suddivisione della Cecoslovacchia in Repubblica Ceca e Slovacchia e per non firmare gli atti di divisione della stessa, Havel rassegnò le dimissioni.
Dopo l’avvenuta creazione della Repubblica Ceca, Havel si candidò alla presidenza nelle elezioni del 26 gennaio 1993, risultando eletto. Nonostante le precarie condizioni di salute e tre interventi chirurgici fu eletto nuovamente nel 1998. La sua presidenza fu caratterizzata da un orientamento politico anti-comunista di destra moderata e liberale, favorevole ad un'economia di mercato e filo-americano. Havel fu, infatti, il principale sostenitore dell'entrata della Repubblica Ceca nella NATO, avvenuta il 12 marzo del 1999, nonché dell'intervento dell'Alleanza nella guerra del Kosovo del 1999.
Havel lasciò la carica dopo il secondo mandato come presidente della Repubblica Ceca, il 2 febbraio 2003, a lui è succeduto Václav Klaus, uno dei suoi più decisi oppositori.
Nel 2003 ha ricevuto il premio "Ambassador of Conscience", dedicato a chi promuove il lavoro di Amnesty International.
Nel 2005 ha ottenuto il Premio Internazionale Vittorino Colombo, assegnato dalla Fondazione Vittorino Colombo.
Nel 2007, nonostante la promessa fatta poco dopo la rivoluzione di Velluto, che «nessuna truppa straniera sarebbe più stata invitata a mettere piede in territorio ceco», ha dichiarato il suo appoggio al progetto di scudo missilistico americano nella Repubblica Ceca, aggiungendo che «è sempre un bene, se l'America è un po' ancorata in Europa». Sempre nel 2007, dopo una pausa di quasi vent'anni, è tornato alla scrittura per il teatro, con Partire, una tragicommedia, andata in scena, per la prima volta al Teatro Archa di Praga, il 22 maggio 2008.
Nel gennaio del 2010 viene pubblicata per la prima volta in Italia l’intera corrispondenza vergata durante i ripetuti periodi di detenzione. Il libro s'intitola Le Lettere a Olga e manifesta distintamente la sua profonda fede religiosa e il fascino che la figura di Gesù Cristo ha esercitato su di lui.
Václav Havel a causa di problemi respiratori il 18 dicembre 2011 all'età di settantacinque anni, in suo onore si sono tenuti tre giorni di lutto nazionale in Repubblica Ceca.
Categoria: Multimedia | Data di pubblicazione: 27/06/2012 |
Sottocategoria: Pagine di storia | Data ultima modifica: 27/06/2012 |
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